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Memory Art

Le pellicole dei fatti e delle persone 

DIDATTICA DEL NEOREALISMO

In epoca di odio diffuso, crescita di intolleranza e razzismo, raccontare il Neorealismo alle giovani generazioni soprattutto, ma anche il ripasso per gli adulti non fa male, è cosa buona e giusta. Soprattutto sollecitati da un Memoriale come quello dell’esprienza di Ferramonti.  

Illustrare e raccontare con testi didascalici un movimento che nel corso di circa un lustro ha prodotto un centinaio di titoli richiedeva delle scelte di sintesi. Una piccola guida introduttiva che aprisse la porta della conoscenza e della visione da poter poi approfondire da parte di coloro ai quali solleciteremo piacevole voglia del sapere e sguardo attraverso le illimitate possibilità che oggi permette Internet.  

Il grande studioso di cinema Andrè Bazin definì il Neorealismo “cinema dei fatti”. Noi più modestamente nel nostro “sussidiario studio” abbiamo aggiunto anche le persone. Perché quel cinema osservava e metteva in scena uomini e donne tratti dal quotidiano, spesso non interpretati da professionisti ma da loro replicanti trovati nella vita reale. Una sorta di elogio dell’uomo qualunque nelle poliedriche appartenenze cattoliche, socialcomuniste, populiste ma mai fasciste del caduto regime. 

Abbiamo provato a delimitare le linee principali di una scuola  con esponenti molto diversi tra loro, nata sulle macerie della catastrofe bellica  e che ancora dà lustro e onore alla creatività della nostra nazione.  

Tra i temi che abbiamo ritenuto indispensabili quello dei film considerati pre-neorealisti girati e proiettati con la Monarchia fascista ancora al potere in tutta la penisola. L’uso degli esterni al naturale e le storie di ambientazione popolare sono il preambolo di preparazione alla grande scossa estetica e politica che prepara una delle più grandi rivoluzioni della Settima arte. Non è un luogo comune dire che nulla sarà più come prima. 

In quell’anteprima stanno già Luchino Visconti, Vittorio De Sica e il suo sceneggiatore Cesare Zavattini (forse l’unico che elaborò una teoria e prassi del Neorealismo) e Blasetti regista con gli stivali e della buona tecnica. Ai primi due abbiamo aggiunto il genio e il metodo di Roberto Rossellini in omaggio ai principali autori che domineranno la scena fino allo spegnersi delle loro luminose esistenze.  

Due brevi schede sono state dedicate ai due principali capolavori (secondo nostro giudizio).

“Roma città aperta”, inizio ufficiale con un film incentrato sugli eroi qualsiasi della Resistenza romana, e “Ladri di biciclette” dove la semplice aspirazione ad avere un lavoro impatta con un piccolo furto. Quel padre e il figlio diventeranno centrali nella Storia del Novecento mondiale. 

Abbiamo anche ritenuto opportuno dedicare una finestra alle dive italiane che attraverso il Neorealismo e le sue fortunate derivazioni rosa e noir segneranno una lunga stagione del cinema italiano e anche internazionale.  

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